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“Imprenditori assicurativi” per il rinnovo dell’ANA – 3^ puntata.

Chiarito il perchè Anagina siede al tavolo per il rinnovo dell’ANA 2003 (trattasi di soggetto titolare di uno o più Accordi collettivi), restano i dubbi sulle “motivazioni”, sul “quando” e sulle “modalità” con cui Anagina è comparsa in questa nuova veste. Purtroppo sono dubbi che nessuno vi chiarirà mai, sappiatelo.
E’ infatti una di quelle tipiche inchieste che dovrebbe impegnare il giornalismo di settore, per cui è scontato che non ne saprete mai nulla.
A noi non rimane che analizzare le credenziali di Anagina, vale a dire la titolarità di quegli Accordi collettivi che le darebbero il privilegio di sedere a quel tavolo.
Un Accordo lo abbiamo già richiamato ed è quello storico che disciplina i rapporti con l’ex Ina Assitalia oggi Generali Italia Spa che, come abbiamo visto, nelle sue parti cruciali è scritto ad uso e consumo del più forte (Compagnia).
In questa news trattiamo invece dell’Accordo Anagina- Ansaina del 1986, vale a dire l’Accordo collettivo che disciplina i rapporti tra gli Agenti Anagina ed i loro subagenti mandatari. Trattasi peraltro dell’unico esempio di contratto collettivo tra Agenti assicurativi e subagenti.
Ebbene, se le parti cruciali dell’Accordo Anagina sono state scritte ad uso e consumo del più forte (Compagnia), nell’Anagina Ansaina 1986, le posizioni si invertono. La parte contrattuale più forte diventa Anagina e l’intero impianto dell’Accordo viene scritto ad uso e consumo di quest’ultima.
Parliamo di un Accordo collettivo che tra non molto festeggerà il suo 40° anno di vita e che è stato siglato con una controparte che non esiste più (Ansaina), per cui ne ripercorriamo la storia visto che a tutt’oggi esso trova piena applicazione.
Tanto per iniziare, è oggettivamente scritto in un italiano approssimativo, risulta non comprensibile in molte sue parti ma soprattutto contiene, o meglio, non contiene, delle previsioni contrattuali che hanno innescato delle situazioni inverosimili.
Nel mentre Maradona nei mondiali di Messico 86’ era intento a scartare l’intera Inghilterra per poi depositare la palla in rete, Anagina ed Ansaina erano impegnate a stilare i preliminari di questo Accordo poi siglato qualche mese dopo in quel di Palermo, tra una portata di polipo ed i cannoli.
Evidentemente tra l’entusiasmo dei mondiali di calcio ed il pranzo abbondante, le parti si son dimenticate di scrivere (anzi, di riprendere perchè già esisteva nel precedente Accordo !) l’articolo inerente il pagamento delle indennità di fine rapporto in caso di dimissioni del subagente.
Questo incredibile “buco normativo” è stato cavalcato per anni da un numero incredibile di agenti dell’Ina Assitalia che, supportati da Anagina e dai suoi consulenti legali, hanno costretto molti subagenti a lunghe ed estenuanti cause civili. In buona sostanza, altrettanti agenti di Anagina si rifiutavano di pagare le indennità di fine rapporto ai poveri subagenti che esercitavano il loro sacrosanto diritto di dare le dimissioni (!?).
Pensate un pò, nell’Anagina-Ansaina ’86 erano addirittura previste le indennità di fine rapporto in ipotesi di revoca per giusta causa del subagente, ma non quelle per dimissioni. Al netto di ipotesi ben più gravi, ciò testimonia quantomeno la totale approssimazione e superficialità che ha caratterizzato le parti contrattuali.
Ma v’è di più. Arrivati ad un certo punto Anagina ed Ansaina, avevano anche pattuito il rinnovo dell’Accordo che le parti avevano anche firmato. Salvo poi il ripensamento di Anagina che quasi subito lo ha disconosciuto senza mai ratificarlo. Forse era diventato più equo ed equilibrato e magari la cosa non risultava di gradimento ad Anagina.
Se ci pensate, nel loro piccolo, gli agenti di Anagina si sono comportati né più né meno come potrebbe comportarsi una Compagnia nei confronti di un suo Agente: “Io le indennità di fine rapporto non te le pago perché sono ricco e potente, tu fammi causa che tra una decina di anni vediamo come va a finire !”.
Nel primo caso la vittima predestinata sarebbe il classico agente, nel secondo caso un subagente, da un punto di vista concettuale e morale non vediamo grosse differenze. Ma le similitudini con le Imprese assicurative non finiscono qui.
Così come gli Agenti rappresentano per le Compagnie l’85% del canale di raccolta premi, i subagenti dell’ex Ina Assitalia rivestono per gli Agenti generali eguale rilevanza. Senza gli Agenti le Compagnie sarebbero morte, senza i loro subagenti gli agenti dell’ex Ina Assitalia lo sarebbero altrettanto. Il livello di considerazione riservati agli uni ed agli altri è più o meno simile.
Dopo una serie di sentenze di primo e secondo grado in favore degli agenti di Anagina è finalmente intervenuta la Cassazione che ha sacramentato il diritto dei poveri subagenti dimissionari a percepire le loro indennità. La Suprema Corte ha infatti evidenziato le assurde contraddizioni dell’Anagina Ansaina ‘86.
Tornando al rinnovo dell’ANA 2003 e con riferimento alla posizione di Anagina, ci chiediamo: Al di là della capacità di scrivere in un italiano corretto, della superficialità ed approssimazione con cui hanno redatto un loro accordo collettivo e del macroscopico conflitto d’interessi in atto, ma chiunque abbia il privilegio di sedersi all’importante tavolo per il rinnovo di un Accordo valido erga omnes, non dovrebbe caratterizzarsi per i propri trascorsi di buona fede e correttezza? non dovrebbe avere connaturato l’equo contemperamento degli interessi delle parti? Non dovrebbe essere portatore dei principi di diligenza, equità e trasparenza ?
I gravi precedenti di Anagina nel rapporto contrattuale con i propri subagenti, sono ben noti nel mondo Assicurativo. Hanno fatto scalpore, tanto da determinare la sentenza della Suprema Corte. Sono ben noti a tutti, tranne a chi nello stesso mondo assicurativo si professa come il “Sindacato maggioritario degli agenti”.
In conclusione, abbiamo analizzato due degli Accordi collettivi che legittimerebbero Anagina a sedersi al tavolo ANA e se nel merito appare comprensibile l’accondiscendenza di ANAPA, del tutto inaccettabile è quella di SNA. Lo ribadiamo: SNA avrebbe dovuto dare battaglia in tutti i modi ed in tutte le Sedi possibili ed immaginabili, affinchè Anagina non sedesse a quel tavolo.
Non solo ciò non è avvenuto, ma la circostanza è stata tenuta nascosta dallo stesso Sindacato Nazionale Agenti. L’opinione pubblica ha appreso della presenza di Anagina al tavolo del rinnovo dell’ANA, solo un anno e mezzo fa quando è intervenuta la notizia dell’interruzione della trattativa.
Cari agenti SNA, stando così le cose, sappiate che a quel tavolo risulterete in eterna minoranza e visto che il buon Demozzi non ci si vuol sedere (fors’anche per questo motivo), la “rogna” ricadrà sul prossimo Presidente SNA.
Se un futuro Presidente SNA vorrà adempiere ai suoi obblighi nell’interesse dell’intera categoria, sarà costretto ad iniziare la partita in inferiorità numerica.
L’attuale Presidente Sna sull’argomento è riuscito solo a dire: “valutate voi, cari colleghi !”, anche perché nel frattempo è impegnato ad organizzare il nuovo “tour digitale” da affiancarsi al “tour identitario”. In SNA sembra tutto un “tour” che sa tanto di perenne “campagna elettorale”.
Nel frattempo sempre il Presidente SNA è impegnato, in qualità di protagonista, nella serie on line “un giorno da Parlamentare !”.

P.S. : In tutto questo, diamo per scontato che non sia intervenuto alcun consenso/assenso ufficiale dello SNA alla partecipazione di Anagina al tavolo per il rinnovo dell’ANA. Se così fosse, dovreste invitarli a dare le dimissioni seduta stante, ma è pur vero che a voi iscritti Sna nessuno mai confiderà una cosa del genere. Al tempo stesso però è altrettanto vero che nessun iscritto Sna pone la questione.