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In ogni ipotesi di scioglimento del rapporto di agenzia è essenziale porre adeguatamente in essere specifiche previsioni dell’Accordo Nazionale e del codice civile, tese a tutelare al meglio gli interessi economici e professionali dell’Agente, anche nell’ipotesi di successiva adizione dell’Autorità Giudiziaria. Una consulenza specializzata in tale ambito, soprattutto se tempestiva, permette all’intermediario di ottenere quanto dovutogli contrattualmente, nonché di creare i presupposti per il risarcimento di tutti i danni causati da eventuali comportamenti illegittimi tenuti dalla Compagnia che potrebbero compromettere la positiva immagine professionale raggiunta dall’Agente in tanti anni di incondizionata dedizione al lavoro ed alla diffusione del marchio.

La revoca del mandato costituisce un evento “traumatico” per l’Agente di assicurazione; se lo scioglimento contrattuale è riconducibile ad una revoca per giusta causa tale circostanza può determinare conseguenze ancor più gravi. Occorre innanzi tutto non disperare ed adottare le soluzioni migliori soprattutto nel corso delle operazioni di riconsegna dell’agenzia: non di rado le strategie adottate in questa fase ed una linea difensiva pianificata per tempo conducono a successi non trascurabili!. Per quanto riguarda la revoca per giusta causa, il “nuovo” accordo collettivo aveva introdotto un importante ed innovativo Istituto la cui applicazione poteva rendere economicamente più penalizzante lo scioglimento contrattuale per giusta causa da parte della Compagnia, purtroppo l’Istituto è andato perso.

L’importanza di essere assistiti nella fase delle operazioni di riconsegna viene frequentemente sottovalutata e, in tal modo, tutti gli adempimenti previsti dall’Accordo Nazionale vengono eseguiti nell’esclusivo interesse della Compagnia mandante. E’ invece fondamentale gestire tale fase secondo modalità utili a porre le basi indispensabili per la tutela successiva degli interessi dell’agente, in ogni opportuna sede.

Spesso, da una semplice ispezione amministrativa, possono scaturire gravi conseguenze, soprattutto se in tale fase non viene tutelata al meglio la posizione dell’Agente. Consigliamo, comunque, di avvalersi di questo servizio laddove ricorrano ipotesi di tensioni conflittuali già in essere fra le parti, tali da fare presupporre la ricerca pretestuosa del “casus belli”.

La spinta esercitata negli ultimi tempi dalle Compagnie di assicurazione in direzione di fusioni ed accorpamenti tra diverse agenzie mandatarie, determina non pochi problemi organizzativi nell’ambito delle stesse; una preventiva pianificazione delle strategie di trapasso ed una chiara definizione degli interessi delle parti, potrebbero evitare problematiche future tra i nuovi coagenti.

La brama di elevati profitti spesso porta gli Istituti di Credito e Società Finanziarie a contravvenire ripetutamente a specifiche leggi esistenti in materia (applicazioni di interessi ultralegali). Tra le anomalie bancarie e finanziarie spiccano l’anatocismo e l’usura, ma non sono le uniche.
Gli agenti di assicurazione, ad esempio, sono talvolta costretti a fare ricorso a conti correnti affidati e/o prestiti. Nei conti correnti tra le voci fisse e variabili, si possono nascondere:

• l’applicazione di tassi usurari
• l’applicazione di interessi anatocistici
• l’applicazione di costi occulti
• la violazione di norme giuridiche
• il mancato rispetto delle condizioni pattuite

La perizia sui conti correnti ha come finalità l’accertamento di eventuali anomalie bancarie e della condotta tenuta dall’Istituto di credito nel corso del rapporto di conto corrente in violazione degli art. 1283 c.c. – art. 1284 c.c., artt. 117 T.U.B. e seguenti, della Legge 108/96, art. 644 c.p.
Conformemente alla legge 108/96 ed alle istruzioni di Banca d’Italia, nella perizia viene calcolato il TAEG del contratto per verificare se la banca ha praticato usura ed in qual caso scattano previsioni specifiche. E’ incredibile come spesso e volentieri le banche incorrano in violazioni di questo tipo di cui gli agenti di assicurazione sono assolutamente inconsapevoli. Peraltro, anche in considerazione della mole di danaro che giocoforza gli intermediari assicurativi si ritrovano a far transitare sui conti, i risarcimenti potrebbero andare ben oltre qualsivoglia aspettativa.

Nel corso degli anni, si è constatata l’importanza di una verifica preventiva dei conteggi di fine rapporto predisposti dalle Compagnie, atteso che i criteri di calcolo previsti dall’Accordo di categoria presuppongono conoscenze tecniche che spesso esulano dalle competenze degli Agenti e dei loro consulenti legali. La preventiva esatta quantificazione delle indennità di fine rapporto, consente all’Agente di adottare le opzioni più opportune, nonché di avanzare le giuste richieste nelle competenti sedi. In tale ambito si fornisce analogo servizio anche ai subagenti delle ex agenzie generali dell’Ina-Assitalia, il cui rapporto contrattuale è specificatamente regolato dall’ “Accordo Nazionale per la disciplina dei rapporti tra agenti e subagenti dell’Ina-Assitalia” stipulato nel lontano 27.11.1986.

La specificità degli argomenti trattati mette frequentemente in difficoltà molti validi professionisti, costretti a confrontarsi con una materia di difficile interpretazione anche per gli addetti ai lavori. Riteniamo corretto che in una eventuale controversia di carattere giudiziario, l’Agente ponga il proprio consulente legale nelle condizioni migliori affinché egli possa espletare proficuamente l’incarico. Lo Studio Professionale Agents Consulting mette a disposizione degli Agenti di assicurazione che desiderino avvalersene, un servizio legale costituito da uno staff di professionisti altamente specializzati in grado, tra l’altro, di coadiuvare e/o affiancare i legali di fiducia già nominati dall’Agente.

In talune ipotesi di scioglimento contrattuale il ricorso all’istituto dell’arbitrato previsto dall’accordo nazionale, qualora opportunamente invocato e gestito, potrebbe valorizzare, nell’immediato, le aspettative economiche dell’agente.

Nelle c.d. CTU (Consulenze Tecniche di Ufficio) disposte dal giudice in corso di causa al fine di risolvere problematiche di natura tecnica (quantificazione indennità di fine rapporto, sospesi contabili, rapporto S/P, etc..), il CTP (Consulente Tecnico di Parte) è l’esperto che partecipa alle operazioni collegiali, patrocinando gli interessi dell’agente di assicurazione.

L’Accordo Collettivo ha introdotto all’epoca delle interessanti novità in merito ad una prassi molto in uso negli ultimi anni tra agenti e compagnie assicurative, ovvero il cosiddetto ‘accordo di liberalizzazione’. Codesto istituto non era mai stato oggetto di specifica disciplina da parte dell’accordo nazionale, ma rientrava piuttosto fra quegli accordi privatistici stipulati fra le parti ed applicati in quanto ritenuti ‘maggiormente vantaggiosi per l’agente’. In realtà, al fine di poter valutare l’effettivo ‘vantaggio’ di siffatto accordo, è opportuno che l’agente valuti attentamente tutta una serie di fattori di natura economico/commerciale, che molto spesso vengono del tutto sottovalutati anche in ragione delle novità legislative nel tempo intervenute.

Accade spesso che l’agente si ritrovi ad essere affidatario di altri portafogli, magari su “insistente” richiesta della Compagnia. Accade ancora più spesso che la redditività del portafoglio affidato non risulti congruente con l’importo della rivalsa portafoglio ex art. 37 ANA addebitata. Occorre agire per tempo, poiché la situazione potrebbe risultare con il passare del tempo quanto mai deleteria e trasformarsi in un vero e proprio danno per l’agente al quale è stato affidato il portafoglio. Diversi i precedenti giurisprudenziali da richiamare nei confronti della Compagnia con scritti appropriati.