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Giudiche

La soccombenza nel ricorso al TAR e le “arrampicate sugli specchi”.

Criticare con cognizione di causa lo SNA è un po’ come “sparare sulla Croce Rossa”. In tutta sincerità dispiace pure, ma non si può far passare tutto. Esiste un limite invalicabile che è rappresentato dall’offesa all’intelligenza altrui.
Una volta inchiodati alle loro responsabilità, i vertici del Sindacato reagiscono in maniera scomposta anche mortificando l’Istituzione che rappresentano. E’ sempre una questione di uomini e 
caratterialmente chi è a capo di questo storico Sindacato soffre le critiche. Lo avete notato un po’ tutti (o quasi).
Le critiche interne hanno pochissima vita, quelle esterne, come le nostre, risultano invece destabilizzanti e danno luogo a reazioni anche al limite del ridicolo (come vedremo in questo nostro articolo!).
A distanza di poche ore dalla nostra news, Snachannel si vede costretta a rendere pubblica la notizia della soccombenza del Sindacato nel ricorso proposto al TAR per il regolamento IVASS n. 40/2018. Un ricorso tenuto all’oscuro di tutti.
La modalità di comunicazione su Snachannel è quella tipica della “propaganda”, abbinata questa volta ad una buona dose di “arrampicata sugli specchi”.
La sentenza del TAR l’avevamo già pubblicata
 e quindi potete farvene un’idea, ma non v’è dubbio che i Giudici Amministrativi l’abbiano ben motivata e strutturata.
“Per il TAR del Lazio, invece, l’Ivass avrebbe agito nel pieno rispetto della legge e dunque con sentenza n. 03248/2023 pubblicata il 24 febbraio scorso, l’istanza SNA è stata respinta”, questo il commento rilasciato sul canale d’informazione del Sindacato Nazionale rispetto alla bocciatura del ricorso.
Per il Sindacato questi “monellacci” del TAR Lazio avrebbero dato ragione all’Ivass sol perché l’Istituto ha operato nel pieno rispetto della Legge (!?). Lo SNA si rammarica del fatto che i Giudici Amministrativi nell’esercizio delle loro funzioni si limitino a valutare se è stata rispettata o meno la legge (ndr: ed il fascino del Presidente, 
il capello brizzolato, il carisma del leader, non contano niente per il Tribunale Amministrativo ? Ma dove andremo a finire?).
Non sappiamo se ridere o piangere, ma un tempo alle scuole medie si insegnava educazione civica dove venivano spiegate le differenze tra potere Legislativo, Esecutivo e Giudiziario.
Nel prosieguo del comunicato su Snachannel è dato leggersi: “La posizione del Sindacato sul punto è nota al pubblico ed anche all’Ivass, nonché al Ministero. Da più parti raccogliamo la solidarietà e la condivisione di colleghi ed esperti della materia, ma il TAR sembra fermo su posizioni che non tengono conto dell’evoluzione intervenuta sul mercato della distribuzione assicurativa, in Italia, nell’ultimo decennio”.
Qui il dubbio se ridere o piangere, è del tutto superato: si ride a crepapelle.
Tradotto: il nostro pensiero è noto a tutti ed i colleghi sono pure d’accordo (ndr: in effetti applaudono sempre). Tuttavia questi Giudici del TAR non solo se ne fregano e tirano fuori la solita scusa della Legge, ma si dimostrano pure “antiquati” perché non tengono conto delle evoluzioni del mercato e della distribuzione assicurativa in Italia (In Italia eh….non è che vi stiamo parlando del Giappone o del Canada !).
Adesso viene la parte più bella, la chiosa finale.
“Chi in queste ore sta diffamando, ancora una volta, il Sindacato facendo passare questa sentenza per un segreto di Stato, non sa che questa battaglia è in corso da cinque anni e non certo in forma riservata. Se ne è occupata la stampa in più occasioni…”.
Scattano a questo punto i due elementi tipici del comizio: l’immancabile accusa di “diffamazione” e soprattutto l’efficace assunto per cui “lo sanno tutti !!”.
Una volta calati sul tavolo questi due “Assi”, per gli adepti dello SNA normalmente la partita può dirsi conclusa. Se infatti il Presidente SNA si ritrovasse in una delle sue famose lectio magistralis, a questo punto scatterebbe l’appaluso della platea.
A parte il (meritatissimo) sarcasmo, è ben evidente che la notizia del ricorso era nota solo a chi l’ha fatto, la soccombenza altrettanto. A riprova, il fatto che Snachannel dà contestuale notizia sia della sentenza che della presentazione dell’appello al Consiglio di Stato.
Se non li avessimo stanati è evidente che quella Sentenza sarebbe rimasta “un segreto di Stato”, fatta eccezione (ovviamente) per l’ipotesi di accoglimento del ricorso o, adesso, dell’appello. Nel qual caso, non sarebbero mancati (o non mancheranno) celebrazioni di ogni tipo: eventi, meeting, articoli sui giornali, interviste al Presidente, approfondimenti on line con gli avvocati etc.
Ad ogni modo, rimangono agli atti: la colpevole ed opportunistica carenza d’informazione (oggetto di critica nel nostro articolo), un articolo su Snachannel da guinness dei primati “dell’arrampicata sugli specchi”, un ricorso al Consiglio di Stato a carattere “grammaticale” che si fonda sull’utilizzo delle congiunzioni coordinanti da distinguersi tra copulative ed avversative e, ovviamente, le parcelle degli Avvocati del Sindacato Nazionale Agenti.