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Lettere

Lo scambio di lettere tra AUA e SNA.

Leggiamo dello scambio di lettere tra AUA e SNA e lo interpretiamo…a uso nostro.
E’ da anni che Unipol attua lo ius variandi sulle polizze ed il presidente di AUA a metà luglio, ufficializza pure una convergenza con la Compagnia per l’abolizione del tacito rinnovo.
Lo SNA tace. La metà del suo EN è costituito da Agenti Unipol e tacciono pure loro.
Dopo aver massacrato altri GAA sullo ius variandi, lo Sna non poteva far finta di nulla con AUA che nel frattempo si rende pure co-responsabile dell’abolizione del tacito rinnovo. AUA e SNA decidono di uscire con qualcosa di condiviso per cui l’8 agosto si riuniscono e, ad accordi già raggiunti tra AUA e Compagnia, concordano di “aprire un confronto franco e costruttivo, finalizzato a una valutazione condivisa degli scenari futuri”. Una supercazzola, insomma.
Evidentemente gli Agenti non sono del livello infimo come le due rappresentanze suppongono essere, per cui montano le polemiche. Subentra allora la “genialata” del proprietario SNA che il 19 settembre scrive una lettera direttamente agli agenti Unipol che, al di là dei contenuti, risulta erronea nelle modalità, nei tempi e nei toni (non è la prima volta che SNA pensa bene di bypassare un GAA).
In quella lettera c’è pure la chicca finale dell’invito agli intermediari Unipol ad inoltrare una Pec alla Compagnia per “segnalare la criticità dell’azione di upselling di rimozione della clausola di tacita proroga contrattuale”. Già immaginiamo le migliaia di Pec degli Agenti Unipol indirizzate alla Compagnia, ipotizziamo siano ancora impegnati a leggerle tutte (!).
La risposta del presidente AUA non tarda e giunge il 25/09. Da un lato, egli conferma la sua visione per cui le Compagnie fanno un po’ come vogliono e nessuno glielo può impedire, dall’altro un invito/bacchettata allo SNA a riscrivere completamente (attenzione: non a rinnovare!) l’ANA 2003. Per fare questo il presidente AUA si rende promotore nel coinvolgere gli altri presidenti di Gruppi aziendali e si rende altresì disponibile a rielaborare una piattaforma normativa adeguata da presentare tutti insieme all’Ania, di concerto con lo SNA.
Come a dire: sulla carta dovreste farlo voi, ma non ci date la sensazione di essere particolarmente capaci, per cui vi diamo una mano noi e quello che sostenete di aver già scritto in autonomia senza coinvolgere nessuno (ndr: altre rappresentanze sindacali), lo potete gettare nel WC perché occorre riscrivere tutto e di più (come dargli torto?).
Nel mezzo della lettera del Sivori un “sermone” alla Sterbini, sui regolamenti, ruolo degli agenti, percorsi da intraprendere, nuove tecnologie…mancano i richiami sulla passione e dedizione di uomini e donne che si dedicano alle associazioni varie.
In questo “scambio tennistico” di lettere sparacchiate a destra ed a manca, le posizioni del presidente di AUA appaiono piuttosto coerenti in quanto egli conferma di essere appiattito su quelle della Compagnia.
Ci soffermiamo quindi su di una sola evidenza, quella che per noi è la più grave ed ha un peso specifico rilevante, quella che denunciamo da un quinquennio a questa parte e vale a dire: La totale inadeguatezza e dannosità della rappresentanza di un Sindacato che dovrebbe essere trasversale e che si vanta di essere il più rappresentativo della categoria.
La rotta è oramai deviata da tempo. La storia insegna che il politico che consolida il suo potere nel lungo periodo, finisce per sposare lo status “professionale”.
Tuttavia, quando il modello del “politico di professione” viene traslato nel mondo dell’Associazionismo, è sicuramente peggio perché ancor più difficile da debellare. Nello SNA poi sembra quasi un’impresa, perché il sistema elettivo si fonda su di una ristrettissima cerchia di votanti.
Ve lo stiamo ripetendo da anni, in mille modi diversi. Vi stiamo documentando fatti gravissimi, comportamenti distorti, anomalie e contraddizioni di ogni tipo che, tra l’altro, sembrano non finire mai. Lo stiamo facendo sacrificando anche i nostri articoli tecnico/professionali. Non abbiamo problemi ad ammetterlo: in questi ultimi anni abbiamo incentrato i nostri editoriali sul modus operandi del proprietario dello Sna e sul suo seguito. E sapete perché? Perché una presidenza di questo tipo non è “un problema” è il PROBLEMA.
Abbiamo la presunzione di dirvelo senza timore perché abbiamo il privilegio di essere “osservatori terzi” e di diventare antipatici agli occhi di potenti come Compagnie e/o proprietari di Sindacati vari, non ce ne potrebbe fregar di meno. Pensate un po’ che lo SNA di oggi è per noi una fonte d’incarichi professionali, egoisticamente parlando dovremmo essere i primi sostenitori di colui il quale abbiamo goliardicamente ribattezzato come il “proprietario dello SNA”. Tanto dovrebbe bastare per chi ci legge. Così come dovrebbero bastare le repliche infantili del destinatario delle nostre critiche, repliche fatte solo di aforismi e/o vignette illustrate su facebook ed ora addirittura di articoli anonimi sull’Organo d’informazione ufficiale dello Sna.
La conferma della “sindrome del politico di professione” che spesso devia nel concetto di “proprietà” dell’Istituzione rappresentata (partito politico o associazione che sia), l’avrete allorquando il Demozzi si farà apparentemente da parte. In questi casi il copione prevede che l’Imperatore indichi il suo successore al Trono. Non ci sarà magari la cerimonia d’investitura, con tanto d’incoronazione e passaggio dello scettro, ma nella sostanza il concetto è identico. La nostra sfera di cristallo ci dice anche che non manca molto a questa investitura ufficiale.
Ed allora, cari Delegati provinciali dello Sna, con grande senso di responsabilità nei confronti dell’intera categoria e delle generazioni future, siamo certi che questa volta saprete assumervi l’onere di chiudere definitivamente questo ciclo pietoso ed impietoso allo stesso tempo perché il tempo sta per scadere.