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Il Collegio Unico ed Abusivo dell’ANA 2003

Esiste, o meglio, esisteva, un Istituto piuttosto innovativo che fu introdotto dall’Accordo Nazionale Agenti del 2003 denominato CUNCA acronimo di: “Collegio Unico Nazionale di Conciliazione ed Arbitrato”. L’uso del tempo imperfetto non è casuale, in quanto a partire dal 2006 l’acronimo potrebbe più propriamente coniugarsi con: “Collegio Unico Nazionale di Conciliazione Abusivo”.
A decorrere da quell’anno infatti, unitamente alla disdetta dell’ANA 2003 inoltrata dallo Sna, le parti interessate si sono “dimenticate” in concorso tra loro di rinnovare/confermare gli incarichi ai membri del Collegio di cui sopra. Per inciso, dopo averlo disdettato, lo Sna è da dodici anni in paziente attesa della disponibilità dell’Ania per il rinnovo dell’Accordo Nazionale, ad oggi non solo obsoleto ma soprattutto penalizzante per la parte contrattuale più debole (gli intermediari!). Ad ogni modo, tornando al Cunca, per quanto ben comprensibile potesse essere la “dimenticanza” dell’Ania, molto meno giustificabili appaiono quelle di Sna ed Unapass, anche in ragione dell’importanza di un Istituto (sulla carta) unicamente teso alla tutela degli agenti.
In questi giorni si è rivolto a noi un agente revocato per giusta causa nel lontano novembre 2009. L’intermediario in questione si affidò ad uno degli Avvocati del Sindacato Nazionale Agenti che suggerì e promosse in prima persona un ricorso dinanzi a quello che da oltre tre anni poteva considerarsi a tutti gli effetti un “Collegio Unico Nazionale di Conciliazione Abusivo.
Delle due ipotesi, l’una: o l’Avvocato dello SNA era inconsapevole del mancato rinnovo delle cariche ai membri del CUNCA (evidenziando una certa approssimazione e superficialità professionale), oppure era ben consapevole della circostanza (ed in tal caso sarebbe finanche in mala fede). Ovviamente non possiamo che credere alla prima ipotesi, vale a dire alla buona fede dell’Avvocato dello SNA, evidentemente convinto (come noi d’altronde!) della insussistenza della giusta causa intimata a quell’agente. Il problema è che la superficialità e l’approssimazione della scelta del delfino legale dello SNA, han fatto sì che un collegio arbitrale privo della legittimazione contrattuale riveniente dall’ANA 2003, fosse chiamato a decidere della vita, delle sorti professionali e delle cospicue indennità di fine rapporto spettanti ad un agente storico di quella Compagnia. Non ci sembra un dettaglio di poca importanza, visto che il CUNCA ha poi emesso un (discutibile) lodo sfavorevole per l’Agente e che il ricorso “impediva all’agente di ricorrere all’autorità Giudiziaria su quanto oggetto del ricorso al Collegio Unico”, come da previsioni di cui all’art.18bis, I comma, ANA 2003.
Inutile evidenziare che se lo avesse saputo per tempo, l’intermediario non si sarebbe certamente rivolto a quel Collegio arbitrale ma avrebbe interessato sin da subito la Magistratura competente. Non è un caso che a decorrere dalla metà del 2011 allorquando, a seguito di un ricorso dell’Agents Consulting, vennero a “scoprirsi gli altarini” circa le insussistenti autorizzazioni del CUNCA, lo stesso fu sostanzialmente soppresso ma dichiarato eventualmente attivabile su volontà di entrambe le parti (esempio di pezza a colori, dai risvolti grotteschi !).
Sorvoliamo sui tanti dubbi che hanno accompagnato la vita di questo Collegio Unico, come ad esempio il fatto che esso sia sempre stato composto “unicamente” dalle stesse persone. Nonostante infatti il carattere annuale dell’incarico e che l’ANA 2003 prevedeva comunque come suscettibile di conferma, anche più volte, le nomine in questione hanno invece assunto la forma dell’imperitura investitura. Sorvoliamo sulle importanti parcelle incassate dagli “imperituri”, i cui compensi sono stati addirittura garantiti con apposita una modifica del 2005 al protocollo d’intesa dell’ANA 2003 (pagava la Compagnia in caso di inadempienza dell’agente soccombente nel lodo, con diritto di surroga dell’impresa nei confronti dell’agente medesimo). Sorvoliamo anche sul fatto che i tre componenti del Cunca non si siano mai chiesti se fossero autorizzati o meno a procedere, non era certamente loro onere verificarlo e nè tantomeno li si può biasimare per essere stati eletti in una sorta di “cerchio magico” in cui si vinceva sempre, con potenziali parcelle che potevano anche arrivare a 40.000,00€ a lodo.
Non sorvoliamo, invece, sui sermoni di uno dei membri del “Collegio Unico Nazionale di Conciliazione Abusivo”, circa i suoi innumerevoli titoli accademici, cavalierati, onorificenze varie ed esperienze professionali. Una stucchevole e pomposa autocelebrazione cui abbiamo personalmente assistito in una udienza del CUNCA del 3.5.2011 (l’ultima prima di spirare, tra l’altro). Dopo quasi cinque anni di attività senza alcuna autorizzazione, questo signore impegnava buona parte dell’incontro in un monologo autocelebrativo (?!). Ad onor del vero, dobbiamo dire che in quella circostanza alla pomposità del soggetto in questione, ha fatto da dignitoso contraltare un imbarazzato silenzio degli altri due membri del Collegio certamente consapevoli della gravità della loro posizione.
A distanza di anni, tuttavia, possono considerarsi particolarmente fortunati gli agenti che dal 2006 in poi han fatto (fiducioso) ricorso al CUNCA e che si son visti emettere un lodo favorevole dal Collegio. Per quanto non è dato sapersi quanti siano (e se vi siano), essi possono ritenersi comunque fortunati dal momento che il lodo favorevole poteva essere impugnato e reso nullo dalla Compagnia soccombente.
Allo SNA non piace che si parli di questa imbarazzante vicenda e di quanto abbiano operato con leggerezza sulla pelle degli agenti, tant’è che quando lo abbiamo fatto noi dell’Agents Consulting siamo stati minacciati di azioni legali da parte dell’ex Presidente SNA, Giovanni Metti. Ci consta addirittura una  delibera dell’esecutivo Nazionale dello SNA datata 6.6.2011 (protocollo n. 95), che tra le altre prevedeva tanto di “autorizzazione ad un’eventuale azione legale a tutela dello SNA e dell’immagine personale del Presidente Nazionale nei confronti della società Agents Consulting Srl”.
A distanza di sette anni, siamo ancora in attesa delle azioni legali del Metti che evidentemente si sono arenate in quel fastidioso pantano chiamato “eventualità”. Succede.